DOROTI: EROINA DEL VANGELO
“Nata in una famiglia umile di Blumenau/SC (Brasile), ha tracciato la sua strada dal sud del Brasile verso il nord, sempre cercando di difendere il diritto degli esclusi e, in modo speciale, dei popoli indigeni, per finire i suoi giorni di percorso sulla terra come moltiplicatrice, costruttrice e stimolatrice di forme di agricoltura che rispettino la natura e la gente.”.
“Doro nacque l´8 maggio 1948. A 13 anni cominció a lavorare nel commercio della cittá per aiutare nelle finanze della famiglia. A 15 anni firmó il suo primo libretto di lavoro. Fece le elementari e il liceo scientifico nella scuola pubblica, e poi la facoltá di pedagogia. Fin da piccola si era proposta di dedicare la vita ai piú poveri, pensando all´inizio di andare come missionaria laica in Africa. Partecipó al movimento giovane della Chiesa Cattolica e fu scelta, nel 1973, tra un gruppo di giovani che rappresentó lo Stato di Santa Caterina in un incontro latino-americano in Paraguay.
Nel viaggio di ritorno conobbe Padre Renato Barth, che l´invitó a partecipare alla “Operação Anchieta” (OPAN), che oggi si chiama “Operação Amazônia Nativa”, con sede a Cuiabá (Mato Grosso). L´OPAN prepara giovani missionari laici per il lavoro con gli indios del Brasile e specialmente dell´Amazônia. Vedendo davanti a sé la realizzazione del suo sogno, non pensó due volte. Entró in contatto con la direzione dell´istituto e l´anno seguente partecipava giá al corso di preparazione a Caxias do Sul. Poi passó alla periferia di Porto Alegre dove fece lo stage di convivenza con le popolazioni povere.
All´inizio del 1975 Padre Gunter Kroemer della Prelatura di Diamantino/Mato Grosso la presentó alla comunitá di Novo Horizonte, oggi Comune di Novo Horizonte do Norte/Mato Grosso, ove insegnó per un anno nella scuola pubblica locale.
L´anno seguente l´OPAN la mandó in Acre, per lavorare assieme al CIMI-Amazônia Ocidental (Consiglio Indigenista Missionario) di recente creazione, che comprendeva Acre, Medio Purus e Medio Rio Madeira. Doroti fu eletta come prima coordinatrice di quel Regionale. A quei tempi nessuna prelatura di quella regione aveva una pastorale indigenista organizzata. Perció Doroti si addentró lungo i fiumi, unico accesso alle comunitá indigene e rurali, per localizzare i popoli indigeni rifugiati presso le sorgenti dei fiumi e ruscelli”. “Quando qualche Prelatura o Parrocchia non le dava alloggio, Doroti andava da sola su barche di pescatori o piccoli commercianti, i cosiddetti "marreteiros” (scambisti). Cosí scoprí comunitá che né la Chiesa né la FUNAI (ndt: ente statale per la difesa degli indios) conoscevano, e che affrontavano grandi difficoltá a causa dello sfruttamento da parte dei padroni del seringal (ndt: zona di raccolta del caucciú), dei conflitti con raccoglitori, e delle malattie portate agli indios dagli invasori che occupavano il loro territorio. Portó a casa le prime notizie di popoli isolati, come i Suruaha, localizzati presso un affluente del Rio Tapauá, i cui primi contatti furono poi realizzati da membri del CIMI e della OPAN.
Si sposó nel 1978 con Egydio Schwade, che era allora Segretario Esecutivo del CIMI Nazionale. La prima intenzione della coppia fu di continuare il lavoro di Doroti nella Prelatura di Lábrea, che consideravano una delle situazioni piú urgenti da affrontare. Ma il Vescovo di quella Prelatura si negó a riceverli. Finalmente dom Jorge, vescovo della Prelatura di Itacoatiara/Amazzonia, li invitó a lavorare con i Waimiri-Atroari. Era un compito doppiamente difficile. Primo, perché la dittatura militare manteneva il blocco su quel popolo. Secondo, perché Egydio, fin dal 74, aveva la proibizione da parte della stessa dittatura di penetrare nelle aree indigene del paese. Nonostante egli non abbia mai obbedito a quella proibizione, per lui il lavoro indigenista era diventato molto difficoltoso.
Si alloggiarono in un primo tempo nella sede della Prelatura di Itacoatiara. Poi, dopo alcuni contatti clandestini con i villaggi, si stabilirono a Presidente Figueiredo, ai margini della strada BR-174. Alla fine della Dittatura Militare furono invitati dagli indios e autorizzati dalla FUNAI a partecipare alla vita dei loro villaggi, e cominciarono la prima alfabetizzazione nella loro lingua materna. Per la prima volta il popolo Kiña ossia Waimiri-Atroari poté raccontare cosa era accaduto loro durante la Dittatura Militare.
“Ma in conseguenza di quelle rivelazioni fummo espulsi dalla regione nel dicembre del 1986 dal Presidente della FUNAI di allora, oggi senatore, Romero Jucá”.
Si stabilirono, allora, nella cittá di Presidente Figueiredo, dove aiutarono il Sindacato dei Lavoratori rurali e crearono il Partito dei Lavoratori (PT). Continuarono pure la lotta contro i nemici principali dei Waimiri-Atroari, i grandi progetti di minerazione e idroelettrici, ma che alla fine, nonostante la lotta di molti, furono installati dai governi della Nuova Repubblica in continuitá con la politica della dittatura militare.
Di fronte a questo, nel 1992 cambiarono la strategia di lotta. Invece di compattere i grandi progetti irreversibili per tutto lo Stato, decisero di contrapporsi con i loro piccoli progetti: una agricoltura nella sua biodiversitá amazzonica. E in questo nuovo contesto Doroti, nonostante fosse di origine urbana, divenne la principale responsabile degli investimenti sulla terra. In questo percorso li hanno accompagnati sempre, nelle gioie e nelle sofferenze, i figli Marcos Ajuri, Maurício Adu, Tiago Maiká e Luiz Augusto e la cara figlia Mayá Regina.
Casa da Cultura do Urubuí, 11.02.2011
Texto original em Português “Vida e Histórias de Doroti Schwade: Texto 1”. Traduzido e publicado em italiano pelo blog BARTIMEO3.
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